Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

HOME      Archivio      Scritti, Video e Quaderni Cipec      


Scritti e Materiale Vario di Sergio Dalmasso - Quaderni CIPEC

Effettua una ricerca oppure sfoglia l'archivio per categorie


Ricerca:       



Quaderno del Cipec Numero 1  Aprile 1995   Torna alle categorie

AdobeReader


Quaderno Cipec Numero 1 (1995)

QUADERNO‭  ‬CIPEC N.‭ ‬1‭       ‬Aprile‭ ‬1995

Indice generale

LUCIA CANOVA,‭ ‬DONNA E COMUNISTA‭    ‬1
IL P.S.I.U.P.‭ ‬IN PROVINCIA‭ (‬1964/1972‭)     ‬8
  LA SINISTRA SOCIALISTA‭    ‬8
  LA SCISSIONE‭    ‬12
  LA CRESCITA‭    ‬19
  IL DECLINO‭    ‬29
  LA SCOMPARSA‭    ‬32



LUCIA CANOVA,‭ ‬DONNA E COMUNISTA


Sono nata nel marzo‭ ‬1904,‭ ‬in un paese molto povero,‭ ‬terzogenita di una famiglia di contadini che,‭ ‬non possedendo terra,‭ ‬lavorava per conto di altre persone.‭ ‬A Garessio avevano aperto alla fine dell'Ottocento alcune fabbriche.

Ricordo la fabbrica di acido tannico dell'ingegnere Mazza di Milano,‭ ‬poi finita in fallimento.‭ ‬Nel‭ ‬1894‭ ‬aprì il gruppo Lepetit che ebbe un notevole sviluppo grazie alla ferrovia.‭ ‬La costruzione della ferrovia era stata caldeggiata dall'ingegner Politi,‭ ‬un liberale eletto deputato nella provincia di Cuneo,‭ ‬anche per favorire il trasporto delle merci che uscivano dalla sua fabbrica,‭ ‬la vetraia.‭ ‬La fine della costruzione della linea ferroviaria Ceva‭ – ‬Ormea nel‭ ‬1893‭ ‬agevolò la produzione di altre piccole industrie tra cui la fornace Idemini,‭ ‬dove fra l'altro d'estate venivano a lavorare delle famiglie di toscano per fare i mattoni a mano.

Garessio contava allora più di diecimila abitanti,‭ ‬tra parrocchie del centro e altre sette comprese nel territorio comunale.‭ ‬Molti lavoravano la terra,‭ ‬in montagna l'economia era basata sulla coltura delle castagna‭ – ‬la‭ ‬castagna garessina,‭ ‬particolarmente gustosa e rinomata‭ – ‬e sulla produzione di carbone ricavato dal legno.

Dalle frazioni montane molti giovani non avevano altra prospettiva che l'emigrazione‭; ‬da Valdinferno molti emigravano verso gli Stati Uniti,‭ ‬da Mindino,‭ ‬da Cappelo e da altre frazioni partirono per la Francia.

Le famiglie erano tutte numerosissime,‭ ‬contavano da sei fino a otto,‭ ‬dieci figli.‭ ‬Molte donne facevano il lavoro stagionale della raccolta delle olive in liguria‭; ‬qualche operaio aveva trovato occupazione alla cartiera di ormea,‭ ‬altri al cotonificio Piccardi di Trappa.

Ricordo che quando ero bambina abitava a Garessio un maestro,‭ ‬un confinato politico‭; ‬non ne rammento più il nome,‭ ‬tutti lo avevano soprannominato‭ “‬il barbone‭”‬.‭ ‬Era stato confinato qui per le sue idee politiche,‭ ‬era un anarchico‭; ‬rimase a Garessio fino alla morte,‭ ‬ricordo che possedeva una ricca biblioteca che fu poi messa all'asta.‭ ‬Mi pare che nel‭ ‬1911‭ ‬fu fondata la Società Operaia,‭ ‬voluta dal signor Casimiro Marro.‭ ‬Quest'uomo di ispirazione socialista indisse una riunione a cui parteciparono molti operai e lanciò l'idea di fondare una società di mutuo soccorso.‭ ‬Io frequentavo allora la quarta elementare,‭ ‬ricordo che imparai a memoria ciò che era scritto sul portone della società operaia:‭ “‬lavoratori da giovani desta il civile consorzio il fior della vita,‭ ‬da vecchi avrete da esso asilo e difesa.‭ ‬La società moderna non vuole servi ma cittadini uniti in sol patto d'amore‭”‬.‭ ‬L'ho imparato da bambina,‭ ‬mi ha certamente fatto riflettere e forse ha contribuito a fare di me una ribelle.

Allora avevo molta voglia di studiare,‭ ‬ma i miei genitori non avevano denaro per mantenermi agli studi‭; ‬a scuola ci si andava saltuariamente,‭ ‬quando non si doveva lavorare nei campi.‭ ‬Mi piaceva leggere e in seguito mi son fatta da autodidatta una cultura,‭ ‬molto,‭ ‬molto disordinata.‭
‬Durante la guerra‭ ‬1915-18,‭ ‬noi ragazzini andavamo sempre alla stazione ad aspettare i reduci o i soldati che tornavano in licenza.‭ ‬Allora cominciai a capire che cos'era la guerra.

Nella nostra zona,‭ ‬tra i monti a ridosso della Liguria c'erano anche molti ribelli,‭ ‬molti disertori.‭ ‬Ricordo che allora frequentavo ancora la Chiesa;quando si rivolgevano parole retoriche per descrivere gli orrori della guerra,‭ ‬molti ufficiali lasciavano la chiesa.

La fine della guerra è stata annunciata con un coro di campane‭; ‬anche io e i miei fratelli partecipammo a quell'evento suonando una campana che al momento taceva.‭ ‬Poi arrivarono i reduci.‭ ‬All'inizio regnava un grande entusiasmo,‭ ‬tutti si proclamavano socialisti,‭ ‬alla sera ci si trovava al circolo di fratellanza operaia,‭ ‬erano sempre presenti molti persone.

Intanto cresceva la disoccupazione,‭ ‬i reduci non riuscivano a trovare un posto di lavoro e così cresceva anche il loro malcontento.

Io ero iscritta alla Gioventù Socialista.‭ ‬Con il capitano degli alpini che s'era congedato fondammo un giornale:‭ “‬La Falce‭”; ‬si lavorò molto in quel periodo.

Costantino Lazzari,‭ ‬della direzione del Partito Socialista,‭ ‬mi mandò‭ ‬100‭ ‬lire perché potessi partecipare alla riunione delle donne socialiste che doveva tenersi a Milano.‭ ‬Ci andai,‭ ‬mi pare che fosse l'inizio del‭ ‬1920.‭ ‬avevo sedici anni‭; ‬arrivai a Milano in una sera grigia e piovosa.‭ ‬Alla stazione dovevano esserci dei compagni ad aspettare le delegate,‭ ‬tenendo in mano un garofano rosso o una copia dell'Avanti,‭ ‬per farsi riconoscere.‭ ‬Non vidi nessuno,‭ ‬mi sentivo un po‭' ‬spaesata,‭ ‬ma presi ugualmente una carrozza per farmi portare alla sede del Partito Socialista.‭ ‬La riunione delle donne socialiste si doveva tenere il giorno successivo a Palazzo Marino,‭ ‬nel salone dell'Orologio.‭ ‬In Federazione telefonarono ad una compagna che abitava a Porta Ticinese e per quella notte fui sua ospite.‭
‬Il mattino seguente mi accompagnò a Palazzo Marino.‭ ‬Io mi aspettavo di trovare le mondine o le montanare come me,‭ ‬delle donne del popolo,‭ ‬insomma‭; ‬invece avevo di fronte delle donne eleganti,‭ ‬con il cappellino e la veletta.‭ ‬Quasi non ascoltavo quello che si diceva,‭ ‬mi sentivo fuori posto,‭ ‬tra intellettuali.‭ ‬I nomi delle donne che parteciparono li trovai poi sui giornali,‭ ‬tra cui:‭ “‬La difesa delle lavoratrici‭”‬,‭ ‬erano presenti la Clerici,‭ ‬la Malnati e la‭ ‬Bigaile-Zanette.

Mi sembravano le suffragette inglesi,‭ ‬mi sembrava di non sapere neppure parlare,‭ ‬mi sentivo lontana dalla classe degli impiegati,‭ ‬dei funzionari,‭ ‬io appartenevo al popolo.‭
‬Tornata a Garessio volli insistere perché le donne aderissero al Congresso di Livorno,‭ ‬e probabilmente visto il mio impegno mi mandarono anche a Livorno,‭ ‬dove fondammo il Partito Comunista.‭
‬Per la provincia di Cuneo erano presenti:‭ ‬Germanetto,‭ ‬l'avvocato Roberto di Alba,‭ ‬Azario che faceva il capostazione.

A Livorno ho visto tutti i dirigenti:‭ ‬Terracini,‭ ‬Gramsci,‭ ‬Bordiga e ho soprattutto ascoltato.‭ ‬Gramsci l'ho poi incontrato una volta a Torino,‭ ‬prima che l'arrestassero.‭ ‬Ricordo che allora vendevamo l'Unità‭ (‬prima ancora‭ “‬L'Ordine Nuovo‭”)‬,‭ ‬io ero responsabile della diffusione del giornale nella mia vallata.‭ ‬Si arrivava a vendere‭ ‬400‭ ‬copie del giornale.‭ ‬Dunque io avevo il compito di controllare le vendite‭; ‬i due diffusori del giornale erano due disoccupati e i soldi che racimolavano vendendolo li utilizzavano per mantenere la famiglia.‭ ‬Io non riuscivo a farmi dare i soldi ed onestamente quei ...